Quali sono i pensieri ricorrenti durante e dopo un episodio di vomito?
Pubblicato da Dott. Gianluigi Mansi in Anoressia · Martedì 10 Giu 2025 · 1:30
Tags: Anoressia_e_vomito_pensieri_ricorrenti
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Il vomito è un processo per cui il contenuto gastrico e duodenale viene espulso dalla bocca in modo forzato.
Il vomito autoindotto è una pratica volontaria di innesco del meccanismo del vomito. Perché accade? Di solito perché si crede di poter compensare ciò che si è mangiato; perché si crede che vomitare faccia dimagrire: in realtà il vomito può eliminare circa la metà delle calorie ingerite.
Psicologicamente, il vomito autoindotto rappresenta una forma di liberazione dal senso di colpa che segue l’assunzione di cibo, conseguente alla perdita di controllo sul cibo.
Solitamente il vomito è preceduto e accompagnato da sensazioni di nausea, ipersalivazione, dolore addominale, diarrea o stipsi, cefalea, vertigini e può causare lesioni dell’esofago.
Il momento del vomito autoindotto rappresenta un momento difficile, drammatico, autoaggressivo, come per cancellare un errore, una colpa; quasi una pena da scontare accettando un momento sgradevole, fastidioso, sporco, che avviene in solitudine, di nascosto.
Eppure il vomito è anche un tentativo di conciliare il desiderio di mangiare con la paura di ingrassare e può portare rapidamente allo sviluppo di una dipendenza psicologica che trasforma lo trasforma in un rituale gratificante e difficile da interrompere.
In questa prospettiva il vomito può regalare un piacere intenso per la soddisfazione dell'atto di liberarsi dal cibo ingerito. Questa sensazione di sollievo e piacere agisce come un rinforzo positivo, alimentando il ciclo compulsivo delle abbuffate e dei comportamenti compensatori.
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