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Quali sono i fattori socioculturali che contribuiscono all'aumento dei casi di disturbi alimentari?

Fondazione Maria Bianca Corno
per la lotta contro l'Anoressia mentale E.T.S. (Ente Filantropico)
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Quali sono i fattori socioculturali che contribuiscono all'aumento dei casi di disturbi alimentari?

Fondazione Maria Bianca Corno
Pubblicato da Dott. ssa Chiara Manila Galli in Società e famiglia · Domenica 09 Feb 2025 ·  2:15
Tags: fattorisocioculturalidisturbialimentariaumentosalutementaleculturasocietà
Se l'ideale della nostra società non esaltasse la magrezza come valore a sé stante, se essere magri non significasse, oltre che essere belli, anche essere di successo e  intelligenti, pensate che ci interesserebbe tanto essere magri?

Essere magri è indice di autocontrollo, forza di volontà e successo in una società in cui il pregiudizio nei confronti delle persone obese è una forma di razzismo socialmente accettata.

Il caso delle Isole Fiji ci aiuta a capire quanto sia importante il contesto sociale per lo sviluppo dei disturbi alimentari. Nella cultura e nella tradizione delle Isole Fiji l'accettazione del proprio corpo era data per scontata, e così fu fino agli anni 90 quando finì l'isolamento socio-culturale delle isole rispetto alla civiltà occidentale; il che avvenne con l'arrivo dei canali televisivi occidentali.

Nel 95 si verificò un'esplosione di disturbi alimentari.  Una spiegazione fu che erano arrivati i valori estetici occidentali enfatizzanti la magrezza, ma studi più approfonditi evidenziarono un fenomeno più complesso. Le interviste effettuate alle studentesse delle Fiji hanno permesso di rilevare che molte di loro associavano la magrezza al potere e al successo. Contemporaneamente era iniziato l'allarme sui pericoli alla salute connesse all'obesità. Quindi le cause sono state con tutta probabilità multifattoriali.

Quando inizia ad essere importante essere magrI?
 
Se ci pensate bene il grosso cambiamento avviene all'inizio del Novecento quando le donne cominciano a tagliarsi i capelli e adottare forme di abbigliamento molto simili a quelle maschili, il che coincide con i primi movimenti di emancipazione femminile. L'ideale femminile estetico comincia ad assomigliare a quello maschile, come già era avvenuto per quello intellettuale.  
 
La donna inizia ad  emanciparsi cercando di assomigliare il più possibile all'uomo. Cominciano a comparire dei capelli alla maschietta, i vestiti sfilati che esigono i fianchi stretti, i tailleur.

 Secondo alcuni la spinta sociale alla magrezza può essere un effetto collaterale non gradito della emancipazione femminile in quanto la donna si emancipa non con un'identità propria ma imitando il più possibile il maschio. La ricerca della propria identità verrà più tardi con i movimenti femministi degli anni settanta.
   


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