Il Minnesota Starvation Experiment
Pubblicato da Dott. ssa Chiara Manila Galli in Disturbi alimentari · Mercoledì 11 Giu 2025 · 2:00
Tags: Minnesota_Starvation_Experiment
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Il Minnesota Starvation Experiment è il più importante studio che ha valutato gli effetti della restrizione alimentare calorica e della perdita di peso nelle persone normopeso e ci ha fatto capire che molti dei disturbi che credevamo propri dell'anoressia nervosa sono in realtà dovuti alla restrizione calorica e al basso peso
Fu eseguito su un gruppo di volontari (36) in alternativa al servizio militare durante la guerra di Corea. I soggetti nei primi tre mesi dell’esperimento si cibarono normalmente. Nei sei mesi successivi furono sottoposti a una restrizione che ridusse a metà il loro introito calorico iniziale; la perdita di peso approssimativa fu del 25%. Seguirono tre mesi di riabilitazione nutrizionale, in cui furono gradualmente nutriti in maniera normale.
Tutti gli uomini sperimentarono drammatici cambiamenti fisici, psicologici e sociali indipendentemente dalla perdita di peso. Molti sintomi fisici, ma soprattutto psicologici e sociali, osservati nei volontari sono simili a quelli sperimentati dalle persone con disturbi dell’alimentazione sottopeso
Alcuni significativi esempi
Rituali alimentari (mangiare molto lentamente, tagliare il cibo in piccoli pezzi, mescolare il cibo in modo bizzarro, ingerire cibo bollente), episodi di abbuffata, autolesionismo, disturbi del sonno, disturbi gastrointestinali, edema ( temperatura cutanea bassa), riduzione della frequenza cardiaca e respiratoria, aumento della fame, precoce senso di pienezza.
Durante la fase di restrizione calorica tutti i partecipanti riferivano un incremento della fame; alcuni riuscivano a tollerarla, per altri invece la cosa costituì un’intensa preoccupazione, fino a diventare insopportabile (ricordate la fame famelica della reazione alla carestia?). Alcuni presentarono episodi bulimici (abbuffate) accompagnati da auto rimprovero. La perdita di controllo sull’appetito persistette fino a 12 settimane anche durante la fase di riabilitazione ma in un sottogruppo il consumo di cibo in eccesso continuò e molti partecipanti perdevano il controllo dell’appetito. Non fu identificata la causa di queste differenze.
È necessario quindi il recupero del peso normale per ripristinare funzioni psicologiche e sociali normali.