Chirurgia estetica e DNA: il difficile rapporto
Pubblicato da Dott. Gianluigi Mansi in Società famiglia e DCA · Lunedì 19 Mag 2025 · 2:15
Tags: Disturbi_alimentari_e_chirurgia_estetica
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Cosa succede quando ci guardiamo allo specchio?
Come ci guardiamo, per quanto tempo, cosa pensiamo?
Cosa accade se troviamo la nostra immagine imperfetta, insoddisfacente?
Si è visto che nei reparti di dermatologia e di chirurgia estetica, una percentuale che va dal 5% al 33% di persone presenta un disturbo di dismorfismo corporeo.
Nei DNA uno dei sintomi più comuni e più difficili da curare è il disturbo dell’immagine corporea: un’alterata percezione del proprio corpo che viene percepito generalmente in modo insoddisfacente, deludente. L’errore di valutazione può interessare il peso o una parte del proprio corpo (ad esempio il naso, le gambe, i capelli), che viene giudicato negativamente o diverso da come è realmente. La persona si focalizza su ciò che ritiene un’imperfezione, fino a farla diventare l’unica cosa che considera quando si guarda allo specchio.
DNA e dismorfismo corporeo hanno quindi alcuni punti in comune:.
• un’immagine corporea inadeguata;
• un’eccessiva preoccupazione per il proprio aspetto fisico;
• l’utilizzo di comportamenti compulsivi per far fronte a tali preoccupazioni.
Uno dei modi utilizzato a volte per correggere il dismorfismo corporeo è la chirurgia estetica, una branca della chirurgia plastica che si occupa di modificare alcune caratteristiche corporee al fine di renderle più attraenti. Gli interventi possono riguardare soprattutto, quelle parti del corpo maggiormente esposte agli sguardi altrui, ad esempio viso, seno e forme del corpo.
Alcuni di coloro che si sottopongono a interventi estetici presentano problemi di dismorfismo corporeo, anche in chi richiede procedure cosmetiche meno invasive come iniezioni di botulino o peeling chimico. Chi si sottopone a interventi di chirurgia estetica può avere tratti di perfezionismo, eccessiva paura per il giudizio degli altri e aspettative irrealistiche riguardo gli esiti dell’intervento. Ciò può causare insoddisfazione del risultato ottenuto con l’intervento. In altri casi, i pazienti sono soddisfatti dell’operazione chirurgica ma spostano l’attenzione su un’altra parte del corpo o si focalizzano sulle sensazioni legate all’intervento, ad esempio la sensazione di pelle tirata conseguente al lifting o alla riduzione di sensibilità dopo un intervento di aumento del seno.
Un intervento di chirurgia estetica deve essere preceduto da una valutazione psicologica che permetta di evitare risultati deludenti che peggiorerebbero l’insoddisfazione per il proprio corpo e potrebbe aumentare il rischio di sviluppare o peggiorare un DNA. Occorre esserne consapevoli!
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